Mc Leod Ganj (Dharamsala) 1 dicembre 2005

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2664 km da Anjuna (Goa) a McLeod Ganj, Dharamsala (Himachal Pradesh)

Ci sono tre giorni e tre notti di viaggio da Goa (Oceano Indiano) alle falde dell’Himalaya…tre giorni interi di viaggio (Bombay/ Delhi /Pathankot /Kangra /Dharamsala infine McLeod Ganj) cambiando tre volte treno poi bus poi jeep e si arriva a McLeod Ganj (Dharamsala): m. 1760 s.l.m. ……dalle calde acque dell’oceano al freddo pungente dei monti himalayani!
Vallate mozzafiato e vette bianche e boschi verdissimi e silenzio e aria limpida (in India è una rarità per lo smog mozzafiato) e altezze vertiginose (soffro di vertigini!): è l’inizio dell’ascesa sull’Himalaya ……….
Sono arrivato a McLeod Ganj prima che la neve renda le strade impraticabili, per pianificare con Kalsang Phuntsok il lavoro da fare per i nuovi disegni da realizzare sui tappeti tibetani, che svilupperò durante i miei mesi di viaggio in India. Kalsang Phuntsok è un giovane tibetano ed è il General Manager del “Tibetan Children’s Village (TCV) Handicraft” oltre che il presidente del Congresso dei Giovani Tibetani, gruppo politico e laico vicino al Dalai Lama, che dissente però sulla politica dell’autonomia del Tibet portata avanti dal Dalai Lama stesso e dal governo tibetano in esilio…i giovani tibetani vogliono l’indipendenza del Tibet dalla Cina…subito!…..e cosa per me importante Kalsang va fierissimo del lavoro che stiamo portando avanti, come ricerca sulla tessitura dei tappeti e sul disegno…l’antichissimo con il contemporaneo…i nodi del telaio con i pixel del computer!
Insomma mi trovo in quel posto incredibile che è McLeod Ganj e che tutti chiamano “Dharamsala” (forse è dovuto al nome troppo coloniale e poco esotico: McLeod!)…già dal nome s’intuisce essere un posto fuori dalla norma per essere India…il Dalai Lama non risiede a Dharamsala ma a McLeod Ganj così come il governo tibetano in esilio e la comunità tibetana…tutti gli occidentali non vanno a Dharamsala ma a McLeod Ganj….
McLeod Ganj è stata inventata a metà ‘800 da un tal generale inglese di nome McLeod (“Ganj” in indiano vuol dire zona o distretto), come luogo esclusivo di villeggiatura per gli inglesi in India, durante il periodo coloniale… nel 1947 il colonialismo inglese è finito, il nome “McLeod” invece è rimasto; dal ’59 è diventata la residenza spirituale del Dalai Lama e sede del governo tibetano e della comunità tibetana in esilio…i pochi indiani che risiedono a McLeod Ganj o sono ricchi indiani in vacanza nelle case di montagna, un po’ una Cortina d’Ampezzo d’India, o sono proletari indiani che lavorano per la comunità tibetana, generalmente trattati con distacco se non proprio ignorati od emarginati……insomma un posto dove esiste sia una carica spirituale potentissima che una chiusura altrettanto forte verso l’esterno, dovuta alla salvaguardia della propria cultura ed identità nell’emergenza di un esilio…..un posto dove spiritualità, politica, identità culturale e business si alimentano a vicenda creando una piccola Lhasa in territorio indiano…
La vera Dharamsala ( dharamsala in indiano vuol dire “casa del viaggiatore”) è una cittadina indiana 15 km più a valle, dove sei costretto a passarci o a cambiare bus, popolatissima come tutte le cittadine indiane… ma nessun occidentale ci si ferma…e forse gli indiani di Dharamsala un pò risentono di questa indifferenza da parte degli stranieri di passaggio, sulla strada per Manali e dell’emarginazione dall’eremo/enclave tibetana di McLeod Ganj…luogo troppo ricco ed esclusivo e per certi versi chiuso per poterci vivere!

ps 1
Tibetan Children’s Village
Kalsang Phuntsok è il direttore del Tibetan Children’s Village (TCV) Handicraft e mi ha fatto visitare il TCV Handicraft e la scuola del TCV…. è un posto di rara armonia, nonostante le drammatiche singole storie di ogni ragazzo ospite, immerso nei boschi d’alta montagna….2.600 ragazzi e ragazze dai 3 anni ai 15 anni (con 300 adulti tra insegnanti e corpo amministrativo) ospitati, solo qui a Dharamsala, da questa Ong tibetana (più di 11.000 bambini in tutta l’India)…e sono tutti ragazzi, al 90% tibetani , orfani o fuggiti dal Tibet o dati in affidamento da famiglie troppo povere per poterli tenere, che vengono cresciuti e mantenuti agli studi fino all’età di 14-15 anni… a questa età devono decidere se continuare gli studi oppure iniziare a lavorare…in questo caso il TCV Handicraft li inizia al mondo del lavoro insegnando loro l’artigianato tibetano (compresa musica pittura scultura come nelle nostre antiche botteghe d’arte), in modo da poter guadagnare e, soprattutto, per salvaguardare e tramandare la cultura tibetana in esilio. Il ricavato dell’artigianato va poi a finanziare una parte dei costi di gestione del Tibetan Children’s Village…il resto delle spese viene coperto da donazioni pubbliche, private e adozioni a distanza…….insomma un posto fiero…..pragmatico, politico e spirituale.

ps 2
Parto domani per proseguire il viaggio (ancora nord).
Dopo Dharamsala (Himachal Pradesh) partenza per Chandigarh (Punjab).
Chandigarh è una città indiana interamente ideata e progettata da Le Corbusier nel ‘50 e finita di costruire nel 1960, secondo la sua idea di urbe razionale applicata all’ India; sembra che l’esperimento sia riuscito e che il corpo indiano non abbia rigettato il trapianto…anzi!
Poi Rishikesh (Uttaranchal) sui monti alle sorgenti del fiume sacro Gange, luogo mistico per gli Hindu e diventato famoso con il pellegrinaggio dei Beatles nel ‘60!…poi ancora Haridwarh (Uttaranchal), altro luogo sacro per gli Hindu……

ps 3
Nightmare in New Delhi Station:
spero di non avere più incubi del genere!
aspettavo alla stazione di Delhi il treno della notte per Pathankot, quando arriva un treno….scende un indiano giovane con una svastica sulla t-shirt….non era il simbolo del sole indiano: l’India è piena di svastiche ma è un simbolo religioso antichissimo!!!….era una maglietta con una svastica nazista!!…e a proposito su molti banchetti di libri è facile vedere il “mein kampf”…..a voi l’ardua sentenza.

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